"Una cultura non è superiore ai suoi boschi" W.H. Auden


Le varietà di melo che oggi conosciamo, e di cui gustiamo i frutti, derivano tutte dalle foreste di meli selvatici del Tian Shan, tra Kazakistan e Kirghizistan. Fu la diffusione del cavallo, che soppiantò il cammello lungo le vie carovaniere, a contribuire in modo decisivo alla distribuzione geografica di questo meraviglioso albero. Nel brano che segue, Deakin racconta questa storia e coniuga la passione per il viaggio al suo innato spirito di osservazione del mondo naturale.


L'origine del melo

Sono diretto in Kazakistan, sull’onda di una storia che mi ha raccontato Barrie Juniper e che si situa a metà tra il libro della Genesi e le Storie proprio così di Kipling: “Come nacque la mela”. Ho incontrato Barrie, decano dell’università, luminare del Dipartimento di scienze vegetali di Oxford e guru della mela, accanto a un gelso nero che aveva piantato trent’anni prima di fronte alla casa del portiere del St Catherine’s College. [...] A pranzo mi ha illustrato il lungo viaggio del melo dalle selvatiche foreste di frutta del Tian Shanlungo la cosiddetta Via della seta, verso occidente. Nel corso della traversata, dice di aver scoperto che il melo selvatico del Tian Shan, Malus sieversii, si è evoluto nel melo domestico, Malus domesticus, per poi sbarcare in Gran Bretagna con i romani. 

Ma com’era possibile che le migliaia di varietà coltivate discendessero tutte dalle foreste di meli selvatici del Tian Shan? Il mistero era reso ancora più fitto dal fatto che il Malus sieversii si ibrida con difficoltà con altre specie. Allora com’erano nate tutte le cultivar di mele commestibili? La risposta, in breve, è che i meli sono eterozigoti. Piantando i semi di cento mele di uno stesso albero, le piante novelle che nascono differiranno, anche in modo spiccato, dagli alberi genitori e tra loro stessi. Ecco come, nel corso dei secoli, si sono sviluppate casualmente nuove varietà di mele. 

[...] 

Le vie su cui si svolge quest’avventura sono note come ‘Via della seta’ ma erano già in uso cinque o seimila anni prima della scoperta della seta, che cambiò il nome alla strada nel periodo che va dalla nascita di Cristo al 400 d.C. In origine, ha detto Juniper, il mezzo di trasporto usato su questa via erano i cammelli ma, nonostante siano golosi di mele come tutti gli altri erbivori, hanno un apparato digerente così efficiente che neanche i semi delle mele riescono a sopravvivere. Poi, circa 7000 anni fa, sulle pianure del Kazakistan ebbe luogo un evento straordinario: venne addomesticato il cavallo, che presto iniziò a percorrere le vie commerciali.[...] Grazie alla relativa inefficienza dell’apparato digerente del cavallo, i semi delle mele attraversano l’intestino indenni. Così i cavalli agirono da utili disseminatori di una varietà di alberelli che una volta cresciuti e fioriti, grazie all’impollinazione naturale, producevano semi dotati di una maggiore diversità genetica e quindi meli che producevano frutti diversi. 

Roger Deakin